Biografia
Nato a San Giovanni Rotondo (FG) nel 1976, vive a Venezia. La sua ricerca è imperniata su memoria e simbolismo: il recupero laborioso dei ricordi dei dipinti rupestri, le antiche leggende, i microcosmi onirici si mescolano all’artigianalità e alla tecnologia. I disegni vergati a mano su carta, introiettati dall’hardware e digeriti dal software, riemergono sullo schermo e divengono memorie collettive in azione, adattandosi ai simboli e alle suggestioni del linguaggio contemporaneo, trasferendo sogni e incubi di un’umanità fuori dal tempo. Ha all’attivo numerose mostre in Italia e all’estero presso importanti istituzioni, festival di cinema di animazione e collaborazioni con le principali accademie e scuole di grafica e design italiane. Tra i riconoscimenti ricevuti: Memorie e Microcosmi per il “Progetto Accade” a Giudecca 795, di cui è artista permanente, il Circuito Off 2009 a Venezia e il Roma Art Video Festival”.
Igor Imhoff
L’opera
Ogni viaggio racconta una e tante storie, e ogni tempo ha i suoi viaggi.
Anafora è un viaggio che si ispira a quello dei Dauni, popolo di origine balcanica che si insediò in antichità nel territorio pugliese. Le testimonianze più celebri del popolo dauno sono le stele funerarie: monumenti a forma di lastre rettangolari scolpite e decorate sui quattro lati dalla cui sommità sporge una testa. Su di esse sono rappresentati personaggi umani e momenti di vita, ma anche figure fantastiche e teriomorfe.
Tali segni sono i protagonisti e attori di questa nuova opera. Rappresentano il risultato di una lunga ricerca confluita nell’animazione che trova nelle stele il suo punto di origine e un’apertura verso un immaginario, visuale e non solo, di altre culture e di altri luoghi. Il segno, nella sua estrema sintesi, è una forza espressiva che si plasma nelle radici profonde del gesto primordiale e che riesce nello stesso tempo a parlare a tutti.
Il racconto di Anafora parte da questo legame, storico e visuale con il territorio nel quale l’opera verrà presentata: è racconto di viaggi e storie che oggi come allora ci rendono testimoni di migrazioni e di popoli in viaggio. Luoghi come la basilica di Siponto o il territorio dauno hanno raccontato attraverso i segni sulla pietra una storia che si ripete in molte varianti e sfaccettature con un ritmo costante nel tempo.
Anafora è il segno ripetuto in maniera iterativa: è l’azione ribadita e rifatta come viaggio che si snoda negli episodi che lo compongono. È una pittura rupestre animata, che palesa movimenti di segni da vedere e di segni da ascoltare. Si gioca con la memoria avendo come riferimento le avanguardie cinematografiche e le sperimentazioni visive e sonore legate all’immagine in movimento condotte da Alexeieff e da Mc Laren.
Così le parti interattive – il rimando è ai lavori di Larry Cuba e di John Whitney – prendono forma grazie ad algoritmi interattivi che trovano nello spettatore, che è performer attivo, colui che orienta ritmi e risultati di ciò che si manifesta alla vista e all’ascolto.
In questo scenario rupestre-digitale la presenza umana modifica i suoni dei segni in movimento: è una presenza che appare impressa nella proiezione di segni che ne traducono la forma del corpo e di segni che alterano le condizioni atmosferiche occorrenti, consegnando all’habitat primitivo e tecnologico incontrato un effimero segno del proprio transitorio passaggio.
Igor Imhoff/Michele Del Prete 2016
Regia Animazione – Igor Imhoff
Musica – Michele del Prete
Animazione digitale 3/d. Inviato da iPhone